XI Triennale della Medaglia Baltica

XI Triennale della Medaglia Baltica
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Sebastian Mikołajczak
500 anni per l’arte della medaglia in Lituania e Polonia
140 mm, ottone fuso, 2020

La medaglia é forse uno degli oggetti più di nicchia della storia,  che ha ricevuto molta attenzione dagli storici come oggetto  in ricordo o in memoria di un evento. Anche se ora, tra la critici dell’ arte, la medaglia, rimane troppo spesso e ingiustamente poco attenzionata dagli alcuni studiosi che la considerano come una delle forme d’arte minore, di solito rappresenta invece, una concentrazione di contenuti storici, artistici, tecniche, impressionanti. Questo è precisamente ciò che i medaglisti di vari paesi hanno cercato di dimostrare per decenni, lavorando pazientemente per promuovere e realizzare questo prestigioso oggetto, racchiudendo in se tutta la sua funzione storica, artistica e culturale.

La storia della medaglia risale all’antichità, quando i primi coni di medaglia prodotti, rappresentavano i ritratti degli imperatori e venivano assegnate come onorificenza nell’Impero Romano, ai capi delle tribù barbare fedeli a Roma. Il concetto romano di medaglione era quindi poco diverso dal nostro: sia allora che oggi, una medaglia era un oggetto di valore commemorativo e artistico realizzata attraverso una forma canonica, intesa come un segno di distinzione,  stima, o in rappresentanza di un evento significativo. La Lituania ha adottato tardivamente una sua scuola di medaglistica solo nel XVI secolo, quando le scuole tedesche, francesi, ceche, italiane e fiamminghe erano già affermate con successo in Europa occidentale. La prima medaglia lituana è associata al re di Polonia e granduca di Lituania, Sigismondo il Vecchio, che commissionò una medaglia per commemorare la nascita di suo figlio, Sigismondo Augusto, nel 1520. Questo evento è stato il tema principale dell’XI Triennale della Medaglia Baltica. Questa triennale di medaglie è, a sua volta, un’altra prova della perseveranza dei medaglisti.

Nella prima metà del XX secolo, l’arte della medaglia lituana, passando dal Rinascimento ai tempi più recenti, era principalmente associata al lavoro di Petras Rimša e più tardi – Juozas Zikaras e fino alla seconda guerra mondiale, solo pochi artisti hanno creato medaglie. Più tardi, tuttavia, quella piccola fiamma culturale, cominciò a bruciare sempre più intensamente e nel 1985 fu istituita una sezione separata di medaglie nell’Unione degli Artisti Lituani. Nello stesso anno iniziarono i simposi di medaglie a Telšiai, che esistono ancora oggi e dal 1986 iniziarono ad essere organizzate le triennali delle medaglie Baltiche, ognuno dei quali divenne un evento estremamente importante per la comunità delle medaglie.

Aušra Jasiukevičiūtė
“Vilnius – Cracovia”
bronzo, pietre semipreziose argentate 
15 x 15 cm, 2021

La XI Triennale della Medaglia Baltica è un grande evento internazionale che illustra chiaramente la situazione della medaglistica nei quattro paesi del mare Baltico, evidenziando inoltre l’importanza della cooperazione internazionale tra questi paesi. L’undicesima edizione del “Baltic Medal Triennial” riunisce gli artisti di medaglie in un unico spazio espositivo mostrando cosa sta succedendo nella medaglistica contemporanea e come si differenzia il lavoro dei artisti di medaglie lituani, polacchi, svedesi e lettoni. Questa volta, c’è molto da impressionare dal punto di vista dello spettatore: un concetto strutturato, partner solidi, una selezione abbastanza chiara e soprattutto la posizione della Triennale. Da Šv. Jono Gatvės galleria, dove per molto tempo è stata una roccaforte dei medaglisti (dal 1991 si è anche definita per 10 anni la Galleria delle Medaglie), la XI Triennale della medaglia Baltica si è trasferita nei locali del Museo Nazionale della Lituania, il “Nuovo Arsenale”. Questo cambiamento di sede è un segno del movimento della Triennale verso la solidità – il Museo Nazionale come istituzione aggiunge veramente valore a qualsiasi mostra esposta nel suo spazio. L’impressione di solidità è rafforzata dai partner della Triennale – l’Istituto Polacco di Vilnius, il Museo di Toruń, l’Università Nicolaus Copernicus di Toruń, la società dell’arte della medaglia Polonese, un catalogo dall’aspetto serio e il programma educativo – ben sei video conferenze di studiosi lituani e polacchi, che coprono una vasta gamma di argomenti, dall’arte della medaglia dalla corte Jagellonica al collezionismo di medaglie.

Lina Kalinauskaitė
Scultore Juozas Kalinauskas
bronze, Ø 12cm, 2020

La curatrice (e partecipante) Lina Kalinauskaitė ha fatto un lavoro davvero formidabile nel portare l’evento al livello di un museo (e allo stesso tempo, probabilmente prendendo un impegno con se stessa a non abbassare il livello delle future triennali, ma questa è una storia per il futuro). La scelta dei partner implicava anche la natura itinerante della mostra: prima di stabilirsi nei locali del Museo Nazionale della Lituania, la Triennale fu esposta in Polonia al Museo Regionale di Toruń, situato nell’antico Municipio e al Museo delle Monete e Medaglie Giovanni Paolo II di Częstochowa. Sembra tutto molto solido, come si addice a un evento che è ormai nel suo quarto decennio. Tutto è solido come l’esposizione della Triennale nel Nuovo Arsenale, che ingegnosamente permette di vedere non solo il faccia della medaglia, ma anche il rovescio riflesso nello specchio, cosa è estremamente importante per le medaglie (l’architetto dell’esposizione è Giedrė Narbutienė).

Lo spazio ordinato, corretto ed elegante è diviso in quattro spazi di fusione secondo i paesi partecipanti; questo principio territoriale invita inequivocabilmente non solo a fare il punto sulla situazione delle medaglie in ogni paese – Polonia, Lituania, Lettonia e Svezia – ma anche a confrontare, le caratteristiche artistiche, stilistiche e sociali della nostra medaglistica con quelle dei nostri vicini.

La medaglia è un oggetto complesso per i suoi creatori: in un piano piccolo e limitato, devono accogliere il valore simbolico e culturale dell’oggetto al quale questo marchio di distinzione è dato, per creare una miniatura di metallo, senza dimenticare il valore artistico di questa miniatura. A volte, forse, i creatori di medaglie scoppiano dentro il desiderio di andare oltre la cornice circolare o rettangolare, di estendere la medaglia, di romperla o cancellarla. Questo desiderio è probabilmente la fonte delle medaglie, che si trasformano in oggetti, perdono i loro confini, si riversano oltre i bordi e sollevano più domande che risposte per lo spettatore. Tuttavia, ci sono artisti che, durante tutta la loro vita, si sentono a loro agio nel piano della medaglia classica, come in un abito elegante, e non se ne muovono da nessuna parte. La XI Triennale della Medaglia Baltica presenta un panorama molto ampio di medaglie; se si dovesse rispondere alla domanda – che cos’è una medaglia comunque – penso che sarebbe difficile per chi risponde, formulare una definizione di medaglia sulla base di questa esposizione.

Hanna Jelonek
Primo giorno di primavera
bronzo fuso, pietra, 130×135 mm, 2021

Iwona Langowska 
In memory of the tsunami,
cast aluminium,140 x140 mm

La Triennale tratta la medaglia in modo molto ampio, sia in termini di temi che, soprattutto, in termini di forma. Anche se il tema principale, come ho accentato all’inizio del testo, è il 500° anniversario della creazione della prima medaglia lituana, il concetto della Triennale permette di includere tutte le medaglie create dagli autori dopo l’ultima triennale, qualunque sia il loro tema. Questo permette di ampliare notevolmente il contorno visivo complessivo della mostra e allo stesso tempo, accanto alla diversità tematica, di fornire una sorta di “temperatura media”, un’occasione per vedere quali novità sono apparse negli arsenali della medaglia negli ultimi tre anni. Così, uno spettatore che cerca un rilievo dedicato a Sigismondo Augusto non dovrebbe essere deluso nel trovare, accanto al re, una medaglia dedicata al “Primo giorno di primavera” (di Hanna Jelonek), alla memoria dello “Tsunami” (di Iwona Langowska), o alla “Luce del coleotteri ionici” (di Antra Urtane)

Antra Urtane
La luce delle lucciole
bronzo, Ø 60 mm, 2020.

Tuttavia, il tema principale, il 500° anniversario dell’arte della medaglia, ha ispirato diversi autori. Una delle più impressionanti è una medaglia feroce, scolpita in modo approssimativo, ma che racconta immediatamente dall’artista polacco Sebastian Mikolajczak, che, come se strappasse il numero 500 dal cerchio della medaglia, imprime emblematicamente una frusta lituana e un’aquila polacca negli zeri (come medaglie), creando così una sorta di meta-medaglia. Petras Baronas (Lituania) raffigura la Regina Madre che tiene in braccio il neonato in una modellazione delicata, quasi senza alcuna regalia reale, concentrandosi piuttosto sulla sottile trasmissione della tenerezza della madre verso il suo bambino. 

Petras Baronas
A Sigismondo II Augusto
bronzo, Ø- 98, 2020

Daumantas Kučas
Barbara e Sigismondo
bronzo, 11 X 11 X 6 cm. 2021

Daumantas Kučas rompe la nozione classica di medaglia creando un edificio rinascimentale generalizzato con finestre ad arco che contengono i profili di Barbara Radziwiłł e Sigismondo Augusto. La forma della placca di Gediminas Žuklis la associa a un altare o a una configurazione rinascimentale: la composizione simmetrica mostra Sigismondo il Vecchio e Bona Sforza appoggiati al lato del bambino. Tutti questi soggetti circonda il periodo storico del epoca celebrata nel tema.

Gediminas Žuklys
Nascita del re
elettrotipo, rame, 10 x 22 cm, 2020

Tuttavia, molti artisti hanno abbracciato l’opportunità di mostrare opere  di soggetti con forme libere. Settanta artisti partecipano all’undicesima Triennale della Medaglia Baltica e quasi la metà di loro presenta medaglie che vanno ben oltre il cerchio classico e ci sarebbe spazio per una lunga discussione su ciò che attualmente si chiama medaglia, ciò che ancora rientra nel concetto di medaglia e ciò che ora è un oggetto o una piccola placca.

Alicja Majewska
SELEZIONE 1 (in alto a sinistra)
alluminio, resina epossidica, 120 x 120 mm 2021
SELEZIONE 2 (In alto a destra)
alluminio, resina epossidica, resina, 120 x 120 mm, 2021

Il problema dei termini negli studi sulle medaglie è ovviamente molto acuto, ma questo non è l’argomento di questo testo, ma, fortunatamente, l’argomento di una conferenza separata. (Perché non vorrei discutere quale stile si debba assegnare a “Vilnius-Krakowia” di Aušra Jasiukevičiūtė, a “Coronazione” di Stanislav Kosminski, a “4…9…3” di Joanna Bebarska o a “Bordo 2-3” di Andrzej Borcz, per citarne solo alcuni.) Si puo solamente notare, che il principio di chiamare questi oggetti medaglie, e che loro devono sempre avere due lati chiari (averso e reverso).

Ma questa volta affidiamoci all’autorità e alla competenza dei curatori e accettiamo che tutto ciò che è esposto come una medaglia è una medaglia, dato che la selezione degli oggetti esposti alla Triennale poggiava sulle spalle e sulla responsabilità di quattro curatori – Lina Kalinauskaite (LT), Janis Strupulis (LV), Kerstin Östberg (SE) e Sebastian Mikolajczak (PL).

Maddalena Dobrucka
Paura
bronzo fuso patinato, 160 mm, 2020

I medaglisti polacchi sembrano essere andati più avanti in questa immaginaria corsa a quattro (dato che quattro paesi partecipano alla Triennale) – le loro medaglie sembrano le più contemporanee e le più lontane dai classici. Allo stesso tempo, è chiaro che la scuola polacca di medaglistica non è in declino e che l’interesse per la medaglistica è vivo e vegeto. Le opere sono accattivanti con texture che ricordano la pittura astratta con segni di pennello palpabili (“Axis” di Maciej Wierzbicki), trasformate in un frammento di paesaggio (“Il primo giorno di primavera “di Hanna Jelonek), fanno pensare al cosmo insondabile della mente umana (la medaglia di Ewa Olszewska-Borys dedicata a Stephen Hawking), o ricordano una seduta di spiritualismo pieno di orrore (“La Paura” di Magdalena Dobrucka).

Andris Berziņš
Giuseppe Verdi
bronzo, Ø 105 mm, 2019.

Bruno Strautinš
Il proiettile non torna mai
bronzo, 95X80 mm, 2020.

Svetlana Saveljeva
Pulitrice  spaziale
bronzo, 140X100 mm, 2020.

Gli artisti polacchi hanno presentato un panorama davvero impressionante di varie forme della medaglia, sia in termini di forma che di contenuto. I 15 artisti lettoni, che presentano 32 opere, offrono anche l’opportunità di vedere com’è la creazione di medaglie del loro paese. Dai classici cerchi di medaglie di Edgars Grinfelds, Andris Berzinš, Janis Strupulis e Inese Natrina, agli figurativi oggetti dell’arte della medaglia di Svetlana Saveljeva. I lettoni nel contesto generale hanno un aspetto sobrio e calmo, come un uomo di mezza età con un classico abito che ha trovato il suo posto, che non ha fretta e non è distratto da nulla. Ma un po’ malinconico per i giovani spericolati che non hanno paura di prendere decisioni audaci. Il più piccolo allestimento della Triennale è l’arrivo degli autori svedesi. Ma quando la quantità nell’arte ha superato la qualità? La medaglia di Kerstin Östberg, con la sua cornice incrostata di perle, è più vicina al gioiello ( Katarzyna Jagiellonka) e l’altra sua opera, più vicina alla ceramica; la soluzione inaspettata di Gustav Hedengren Wirsen ci ricorda che la medaglia lascia una traccia nella storia; e le facce a rilievo rosse e blu che compongono il dittico “Raccontando una storia” di Thomas Quarsebo sono tra le più suggestive e memorabili.

Kerstin Östberg
Katarzyna Jagellonka
rame, corteccia, perle d’acqua dolce, pelle, 70 mm x 50 mm, 2021
inciso e fabbricato

Thomas Qvarsebo
dittico
Raccontare una storia
ferro, 120 mm x 140 mm, 2020

La XI Triennale della Medaglia Baltica ha fatto il giro del Baltico.

Ha dimostrato che la creazione di medaglie è viva e vegeta, e ha riaffermato quanto possa essere versatile un pezzo di metallo che riflette la storia.

Autore del articolo critico d’arte Jurgita Ludavičienė (Lituania)

Catalogo di XI Triennale della medaglia Baltica:

http://otwarte.org/wp-content/uploads/2022/03/Catalog-XI-Baltic-Medal-Triennial.pdf?fbclid=IwAR1PAUQz83olvFMa-odUSCPpU32NYjeRKFNbfOZfH3tdEHiTWBh1nuV4VYg

https://www.facebook.com/Baltic-Medal-Triennial-179107819327085